Sull’Appalto quinquennale dei Rifiuti

NO ai cassonetti, SI al porta-a-porta!

CittàInsieme, sottoscrivendo la denuncia proveniente dalle associazioni Legambiente, WWF e Rifiuti Zero Catania, esprime il suo netto rifiuto nei confronti del servizio integrato di gestione dei rifiuti che avrà inizio il 20 febbraio. Questo perché il contratto stipulato nel dicembre scorso con il raggruppamento d’imprese aggiudicatario IPI-Oikos viola apertamente le normative europee, nazionali e regionali sui rifiuti adesso vigenti.

La nostra associazione, pur apprezzando le numerose dichiarazioni rilasciate dal Sindaco incentrate sulla volontà di dare vita ad una seria raccolta differenziata, ritiene che il capitolato d’appalto, risalente al 2008 non sia in grado di garantire i risultati sperati dall’Amministrazione Comunale.

Infatti, tale accordo, prevedendo la messa su strada di migliaia di nuovi cassonetti ed una raccolta differenziata da compiersi su base volontaria (per una quota pari al 38% del totale dei rifiuti prodotti), ignora palesemente i successi scientificamente dimostrati del cosiddetto “porta a porta”. Siamo convinti che soltanto attraverso quest’ultimo metodo si potrebbe avviare una vera ed efficace differenziata dei nostri avanzi, incentrata su un’effettiva separazione della frazione umida dei rifiuti e non solo sulla buona volontà dei cittadini.

A questo occorre aggiungere che la raccolta porta-a-porta è l’unica metodologia che consentirebbe al Comune di introdurre meccanismi economici premiali per i catanesi, in quanto consentirebbe di legare il costo del servizio alla quantità di rifiuti effettivamente prodotti da ciascun cittadino (cosa che è prevista come obbligatoria dalla legge), secondo il principio “meno rifiuti produci e meno paghi”.

Infine non possiamo fare a meno di evidenziare che, se avviato, il sistema di gestione dei rifiuti previsto dal contratto summenzionato obbligherebbe l’Amministrazione comunale ad aumentare la TARSU del 20% per fare fronte alle multe che dovranno essere corrisposte all’Unione Europea per il mancato raggiungimento del risultato fissato dalla legge: 65% di differenziata entro il 2015 (il capitolato d’appalto prevede invece un livello ben inferiore, pari al 38%).

Come accenavamo, il legislatore comunitario ha emanato una direttiva, recepita dalla Regione Siciliana attraverso la Legge Regionale n. 9 del 2010 che, tra le altre cose, pone l’obbligo di raggiungere il 65% di differenziata entro il 2015 privilegiando la raccolta integrata attraverso il porta a porta ed abbandonando il fallimentare sistema dei cassonetti su strada.

Sono dunque le indicazioni provenienti dalla legge a rendere obsoleto e fuori norma l’attuale capitolato d’appalto che per tali ragioni deve essere necessariamente riscritto, avvalendosi in particolar modo di una clausola del contratto che consente all’amministrazione di potere risolvere il contratto – addirittura anche in corso di esecuzione del servizio – nell’ipotesi che le condizioni di svolgimento del servizio fossero in contrasto con norme di legge sopravvenute (che è proprio quello che è avvenuto)!

Alla luce di queste considerazioni, CittàInsieme chiede all’Amministrazione comunale di fare un passo indietro e di impedire l’esecuzione di un contratto suscettibile di produrre scenari non molto dissimili da quelli delineatisi ultimamente nelle città di Napoli e Palermo.