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Sant'Agata tra religione e politica


Alla cortese attenzione della Redazione, con preghiera di pubblicazione


SANT'AGATA FRA DEVOZIONE E POLITICA

Che la festa di Sant'Agata sia una festa religiosa anzi religiosissima, popolare, anzi, popolarissima, bella anzi bellissima, ma non cristiana, l'abbiamo detto altre volte e non vogliamo ripeterlo.



Fra religione e fede, fra devozione e cristianesimo, la differenza è chiara: la religione consiste nel chiedere a Dio e ai santi che cosa possono fare per me, la fede, al contrario, nel chiedere a Dio che cosa io debba fare per Lui.


Agata, come Lucia, come Rosalia, come tutti i martiri, hanno scelto la seconda opzione, mentre noi scegliamo la prima, o per lo meno, le mescoliamo tutte e due, sperando che la religione, che nasce dalla debolezza dell'uomo, ci porti verso la fede che confida sulla forza di Dio.


Ma ciò che in quest'anno di grazia 2003 ci sembra abbia oltrepassato il limite del buon gusto è la palese strumentalizzazione politica anzi partitica della devozione.


Il sindaco Scapagnini dichiara di essere un convertito, di essere un “devoto”, di rivolgersi a Sant'Agata per guarire i mali della città.


Era ora!


Appena lo hanno saputo i catanesi hanno tirato un respiro di sollievo. Non sono solo nelle mani di Scapagnini.


Sul sindaco veglia Sant'Agata. E' una garanzia!


Ma anche l'ex sindaco Bianco non è da meno. Ad Antenna Sicilia, anche lui ha dichiarato di rivolgersi alla santa per chiedere grazie e miracoli per la città.


E fin qui, nulla di stupefacente se non la perdita di quel minimo senso di laico distacco che si richiede a chi rappresenta tutti nelle pubbliche istituzioni.


Un distacco di cui forse, solo un politico di autentica formazione “cristiana” sarebbe capace.


Ma che alla tradizionale “offerta della cera, “le autorità e i politici siano in prima fila per il test dell'applausometro”, francamente ci sembra troppo.


“In prima fila scrive Vittorio Romano sulla Sicilia del 4 febbraio gli amministratori di oggi…, in seconda fila, a circa venti metri di distanza, gli amministratori di ieri. Due squadre per le quali si è scatenato un tifo… che ha trasformato, la processione in una passerella politica”.


C'è di più: a piazza Stesicoro, un piede sul predellino della carrozza del Senato, un piede mezz'aria, in bilico fra la terra e il cielo, il sindaco Scapagnini, commosso, esclama: “C'è un grande fusione della santa con tutta la città attraverso l'amministrazione”.


Che una amministrazione fosse il punto di mediazione fra il popolo e i santi non l'avevamo ancora immaginato. Sarà certamente frutto di una nuova interpretazione teologica del ruolo dei politici; una interpretazione tutta da approfondire.


Non si può carpire così, con falsa ingenuità, la buona fede dei devoti.


Ma perché, cari amministratori vecchi e nuovi, non “giocate coi fanti e lasciate stare i santi?”


Catania, 4 febbraio 2003


Salvatore Resca


Via Siena, 1, Catania. Tel. 095/502230


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Post date: 2003-02-04 22:03:55
Post date GMT: 2003-02-04 21:03:55

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