Politica e malaffare in una stretta di mano

Giuseppe Gennuso

Non dà alcun segno di cedimento la collusione che lega politica e mafia in Sicilia, una terra “bella e disgraziata”.

Risale alla sera di qualche giorno fa, il 16 aprile, la notizia dell’ennesimo caso di voto di scambio che vede stavolta coinvolto il deputato regionale Giuseppe Gennuso il quale, in occasione delle elezioni regionali di novembre, ha ottenuto 6567 preferenze nel collegio di Siracusa. Voti, che dall’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Catania, con il comando provinciale dei Carabinieri di Siracusa, non risulterebbero affatto puliti, proprio a causa – secondo l’inchiesta – dei rapporti intrattenuti dal parlamentare regionale con la cosca mafiosa di Avola. Un clan, quello di Trigilia-Crapula, capace di racimolare un gran quantità di consensi per i politici compiacenti, “perché esprime una forza organica molto forte sia diretta che indiretta”, così come afferma nelle sue dichiarazioni il Capitano dei Carabinieri di Siracusa, Vincenzo Alfano. Oltre Gennuso, agli arresti anche Massimo Rubino, ritenuto il procacciatore di voti per conto del clan mafioso ed il genero del boss di Avola, Francesco Giamblanco.

CittàInsieme esprime viva preoccupazione in quanto questa ennesima inchiesta conferma come il reato di scambio elettorale politico mafioso continua ad essere il pane nel pranzo della politica. La preoccupazione si unisce però alla speranza che ci viene data dall’infaticabile lavoro della Procura di Catania diretta dal Procuratore Zuccaro che instancabilmente tenta di porre un freno alla malavita, alla connivenza dei colletti bianchi e al malaffare.

CittàInsieme continuerà a seguire le vicende di questa nuova inchiesta, insieme a tutte le altre che vedono coinvolti innumerevoli esponenti politici della nostra isola. E continuerà a vigilare finché la malapolitica non si sarà definitivamente tolta di mezzo!

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