Per una nuova politica

Il 15 giungo 1992 il movimento CITTAINSIEME raccoglieva e lanciava l’idea di un “PATTO PER CATANIA”, in vista delle elezioni comunali del 1993.

Dal lavoro di allora venne fuori un PROGETTO sul “futuro della città costruito dai cittadini”, un progetto che, sia nelle linee generali che in molti particolari, ci sembra sia ancora attuale per la nostra città.

Per questo, riveduto e riattualizzato, lo riproponiamo ai futuri amministratori.

Il programma che viene, nei particolari, esposto nelle pagine seguenti, è stato redatto tenendo conto di alcuni valori fondamentali che dovranno permeare non solo le cose da fare, ma anche il modo di far politica dei futuri amministratori.

Nella nostra città, infatti non solo rimangono ancora sostanziali problemi da risolvere ma è necessario tenere alta la guardia sulla gestione e sulle decisioni della politica che rischia sempre di essere monopolizzata da vari gruppi di potere con l’esclusione dei cittadini.

Vogliamo sottolineare anzitutto la centralità della persona umana; la politica è al servizio dell’uomo, non viceversa. I bisogni della gente non sono il mezzo di cui si serve l’amministratore per ottenere consenso e vantaggi economici, ma il fine verso cui deve tendere l’azione politica ed amministrativa.

In secondo luogo la solidarietà. Non dovranno esistere due città, una di serie A e una di serie B; una città da mostrare e una città da nascondere; la prima dotata di servizi, pulizia, benessere e l’altra abbandonata al proprio destino. Il risanamento, che non consiste solo nel costruire strade e soprapassaggi, investendo miliardi in opere pubbliche di dubbia utilità, ma soprattutto nel creare le condizioni per una migliore vita nei quartieri degradati, deve andare dalle periferie al centro e non dal centro alle periferie, perché i beni essenziali fanno parte della dignità di ogni essere umano. Ci chiediamo pertanto, ed è una difficoltà seria reale sulla quale vogliamo trovare delle risposte, per quali motivi le somme spese per questi quartieri non abbiamo ancora mutato in essi la qualità della vita.

In terzo luogo il lavoro come diritto e non come privilegio, come ruolo sociale e non solo come fonte di reddito.

Ed infine la questione morale, non perché venga per ultima, ma perché è la condizione politica fondamentale perché questo progetto possa essere realizzato.

Dieci anni addietro parlavamo di uno “scellerato sistema di potere che coinvolgeva massoneria e partiti politici, imprenditori, pezzi dello stato e della amministrazione della giustizia.

Oggi non siamo affatto convinti che altri poteri, più sofisticati ma non meno invadenti, non li abbiano pienamente sostituiti.

E’ per questo che noi cittadini negheremo la nostra fiducia a qualunque uomo politico, dal primo cittadino all’ultimo consigliere comunale, che può in qualunque modo essere condizionato dalla massoneria, o da qualunque organizzazione più o meno segreta di qualunque ispirazione, capace di gestire potere economico e politico per saldare carriere e connivenze, impunità ed illegalità.

Particolare attenzione vogliamo che la futura amministrazione rivolga al grave problema della informazione la cui monopolizzazione ha mortificato in questi anni il dibattito politico e la crescita civile e sociale dei cittadini a favore di un consenso a volte tanto acritico quanto generale e prefabbricato.

Da e su queste premesse provengono le indicazioni programmatiche su alcuni dei principali nodi del futuro della nostra città.

Catania, Gennaio 2000