Per la legalità nella festa di S. Agata /2

La mafia nella festa di Sant’agata: il Comune sarà parte civile
4 marzo 2009 – da La Sicilia

L’Amministrazione comunale si costituirà parte civile al processo per le infiltrazioni mafiose nella festa di S. Agata. Lo ha deciso la giunta comunale che ha adottato una specifica delibera incaricando i legali dell’avvocatura a procedere su questo fronte. La proposta di costituirsi in giudizio come parte civile era stata avanzata dal consigliere comunale del Pd, Rosario D’Agata, che con un’interrogazione aveva chiesto all’Amministrazione comunale di partecipare a nome della città al processo che si aprirà il 12 marzo (in effetti si sarebbe dovuto già aprire ma un difetto di notifica ha fatto slittare tutto) facendo riferimento al grande sentimento religioso dei cittadini catanesi, «sentimento che tali fatti, se accertati – ha scritto D’Agata – lederebbero gravemente l’immagine della festa e della nostra città».

Proprio durante la festa questa presa di posizione era stata sollecitata da diverse associazioni – molte delle quali cattoliche – che avevano sottoscritto la «Lettera per la legalità nella festa di Sant’Agata». Tra queste Addio Pizzo, Catania possibile, Centro Astalli, Cittainsieme, Cittainsieme giovani, Fondazione Giuseppe Fava, Libera, Mani Tese, Movi (Movimento volontariato italiano), Pax Christi.
Alla costituzione di parte civile da parte del Comune, lo stesso sindaco Raffaele Stancanelli aveva espresso parere favorevole. Ora la posizione dell’Amministrazione comunale è ufficiale.

Il processo vede sul banco degli imputati con l’accusa di associazione mafiosa Nino Santapaola 47 anni, nipote del boss Benedetto; il figlio minore di quest’ultimo, Francesco, di 36 anni; Salvatore Copia di 38; quattro esponenti della famiglia Mangion, Enzo di 49 anni, Alfio di 36, Vincenzo di 32 e Agatino di 36. Di concorso esterno è accusato l’ex presidente del circolo S. Agata alla Collegiata Pietro Diolosà. Secondo le accuse gli imputati, avrebbero “controllato” i tempi della festa decidendo quando e dove far sostare il fercolo (in particolare se si doveva omaggiare un capomafia facendo sostare la vara sotto casa sua), quanto far durare queste soste (se bisognava favorire i commercianti “amici”) e soprattutto quando far durare l’intersa festa di S. Agata, decidendo di prepotenza quando far rientrare il fercolo in cattedrale la mattina del 6 febbraio. Questi fatti, però, secondo le indagini alla base del procedimento, si fermerebbero all’edizione 2005.

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Post precedente sull’argomento:
Per la legalità nella festa di S. Agata /1