Non c’è fede che tenga. Presentazione del libro di Cinzia Sciuto

La coesistenza di culture, etnie e modi di vedere il mondo sempre più diversi e variegati ci impongono di ripensare il modo di organizzare la diversità, affinché la nostra società torni ad essere “convivialità delle differenze”. Un luogo cioè nel quale ciascun essere umano, in quanto essere individuale e irripetibile, sia messo nelle condizioni di esprimere se stesso, la tensione complessiva della sua vita, al di là delle appartenenze di gruppo (etnica, religiosa, geografica, culturale) che spesso ostacolano, dividono, contrappongono, opprimono.

La filosofa Cinzia Sciuto, autrice del libro “Non c’è fede che tenga”, trova la soluzione nella riscoperta del principio di laicità, caposaldo della convivenza civile, “valore non negoziabile” della Costituzione Italiana.

Domenica 17 febbraio siamo partiti da qui per il confronto che, organizzato insieme all’autrice e La Feltrinelli, ci ha offerto una nuova occasione di riflessione attiva sull’oggi che stiamo vivendo e sulle contraddizioni che lo attraversano.

La laicità, la gestione delle diversità, la riscoperta della vita di ciascun individuo in quanto essere umano, rappresentano senza alcun dubbio uno dei grandi temi del nostro tempo.

Hanno dialogato con l’autrice:
Ernesto De Cristofaro (docente, Università di Catania)
Giovanni Messina (ricercatore, Università Federico II di Napoli)
Salvatore Resca (presidente di CittàInsieme)
Mirko Viola (segretario di CittàInsieme)

Hanno partecipato molte persone che credono che l’impegno civile passi dal dovere di accompagnare i più giovani alla loro crescita consapevole e i meno giovani affinché non cedano alla tentazione di smettere di indagare sul perché delle cose.