Lettera aperta su Corso dei Martiri

Egregio Sig. Sindaco
Sigg. Consiglieri del Comune di Catania

p.c. agli organi di stampa

Le sottoscritte associazioni, con riferimento al progetto di ricostruzione di Corso Martiri della Libertà, seppure concordando sulla necessità di una riqualificazione dell’area, fanno presente quanto segue:

1. ritengono inaccettabile che da un momento di pianificazione così importante venga escluso l’organo massimo della città quale è il Consiglio Comunale,
2. chiedono la modifica sostanziale di alcuni aspetti del Piano, assolutamente inaccettabili
3. ritengono che diversi contenuti dell’accordo stipulato dal Commissario per essere legittimi necessitano dell’approvazione di una variante alle norme del Piano del ’73.

1) Per quanto attiene al primo punto e cioè la necessità di coinvolgere la città ed il Consiglio Comunale nelle scelte di pianificazione della città:

ritengono che la riqualificazione di Corso Martiri della Libertà rappresenti innanzitutto un’occasione imperdibile per la città per garantire un recupero di vivibilità al centro storico, ed in particolare per garantire la realizzazione di adeguate aree verdi e spazi pubblici di fruizione con particolare attenzione alle esigenze dei bambini e degli anziani. Ciò sarebbe possibile anche realizzando una dislocazione dei volumi ammessi con una maggiore libertà lasciata al progettista che, così, potrebbe individuare destinazioni d’uso che consentano di essere utilizzate nell’interesse pubblico in casi di emergenza (vedi emergenza sismica) o spazi pedonalizzati e attrezzati.

2) Per quanto attiene al secondo punto e cioè la richiesta di modificare diverse scelte che riteniamo assolutamente errate, queste fanno riferimento in particolare al rischio sismico e alle aree destinate a servizi, attrezzature pubbliche e verde urbano.

a) prevenzione sismica
In una città ad alto rischio sismico come Catania appare assolutamente incomprensibile la mancata previsione di aree di raccolta degli abitanti in caso di sisma, che non sembrano nemmeno contemplate nell’accordo, probabilmente perché non c’erano ancora nel Piano del ’73.
L’esigenza di una reale prevenzione sismica va sicuramente messa in primo piano: devono quindi essere individuate aree libere di dimensioni adeguate alla raccolta e al primo ricovero, in caso di allarme, degli abitanti del circostante centro storico. Queste aree infatti non potranno certamente essere localizzate al di sopra dei solai di copertura di parcheggi, né di altre costruzioni interrate.
Non è necessario aspettare l’emergenza per ricordarci della prevenzione.

b) aree destinate a servizi ed attrezzature pubbliche ed aree destinate a verde pubblico
Il centro di Catania si caratterizza per la scarsissima presenza di aree verdi e di aree liberamente fruibili. Il progetto va esattamente in direzione opposta a quella che richiederebbe una città come Catania; il Piano prevede infatti di realizzare strutture commerciali sulle aree destinate a servizi ed attrezzature pubbliche, e di riservare al verde pubblico i solai di copertura dei parcheggi interrati.
In questo modo infatti si ridurranno gli standard minimi per attrezzature pubbliche prescritte dalla legge, a vantaggio di quelle per i “servizi” commerciali. Al contrario, proprio per l’assenza nel centro storico di aree verdi, aree fruibili e di servizi sarebbe necessario destinare a questi una percentuale maggiore di quella minima prevista dalla legge in modo da sopperire a tale esigenza anche per le aree limitrofe.

La proposta di demolire una scuola già presente, funzionante ed a norma di legge anti-sismica, senza che questo appaia veramente indispensabile, può essere considerato l’emblema di questa proposta, dove pur di costruire nuovi palazzi si tolgono spazi alla fruizione per occuparle ad altra destinazione.

Anche la scelta di realizzare tra i servizi pubblici gli edifici della questura e del mercato non sembra corrispondere alle norme del Piano, che prevedevano edifici per attività teatrali e culturali.

3) Per quanto attiene al terzo punto e cioè la necessità di un passaggio formale dal Consiglio:

Come già evidenziato, in un’amministrazione realmente democratica e trasparente il Consiglio Comunale deve essere il soggetto ultimo a cui lasciare la responsabilità di decidere sulla pianificazione territoriale e non dovrebbe essere scavalcato da un accordo stipulato nell’ultimo mese in carica da un Commissario.
Ma oltre agli aspetti etici di democrazia e di trasparenza, gli scriventi ritengono che possa esserci anche una necessità formale all’approvazione di tutto il Master Plan da parte del Consiglio Comunale. Esistono infatti diversi aspetti burocratici che appaiono poco chiari e che rischiano di creare l’ennesima opera avviata e successivamente bloccata per presunte irregolarità. A tale proposito oltre agli aspetti già citati gli scriventi richiamano il documento inviato da Italia Nostra in data 2 ottobre 2009.

Al Sindaco ed al Consiglio Comunale ed ai singoli Consiglieri, le sottoscritte associazioni chiedono

la riapertura di un dibattito sulla destinazione delle aree in oggetto, dibattito che si deve concludere con una determinazione del Consiglio comunale che (sia per una questione di trasparenza e democrazia sia per una questione di rispetto della normativa), non si può limitare al progetto della scuola, ma che deve estendersi a tutto il “master plan”.

CittàInsieme – Italia Nostra – LIPU – WWF Catania – Arcigay Catania – Centro Sociale “De Felice Giuffrida” – Città Felice – Comitato Porto del Sole – Centro Unesco Catania “M. Elisa Brischetto” – GAPA – Associazione giornalistica “Lavori in Corso” – Legambiente – Rifiuti Zero Catania