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La Festa di S.Agata in mano alla Mafia


Pubblichiamo un'articolo di Repubblica sulla Festa di S.Agata:

"La piovra sulla festa di S. Agata. Il business gestito dalle cosche"
di Michele Giuffrida - da repubblica.it - 1 febbraio 2008

Catania, per sette anni Cosa Nostra avrebbe dettato tempi e ritmi della processione e controllato il giro d'affari dei fuochi d'artificio e della vendita della cera.
La processione

La festa di Sant'Agata controllata dalla mafia. Per sette anni, dal 1999 al 2005, Cosa Nostra catanese avrebbe dettato tempi e ritmi della processione religiosa, controllando di fatto il business dei fuochi d'artificio e della vendita della cera, influendo persino sulle fortune di venditori di torrone e palloncini attraverso il controllo della gestione dell'associazione cattolica Circolo Cittadino Sant'Agata, che svolge un ruolo determinante nell'organizzazione dei festeggiamenti in onore della patrona di Catania.

Secondo Carmelo Petralia, sostituto della direzione nazionale antimafia, ed Antonino Fanara, della procura distrettuale, le famiglie Santapaola e Mangion, sarebbero riuscite a "penetrare nella manifestazione di maggior valore simbolico per la comunità catanese, con conseguente accrescimento del prestigio criminale dell'organizzazione mafiosa ed affermazione della stessa come uno dei centri di potere della città".

L'avviso di conclusione delle indagini preliminari, notificato ieri ad Antonino e Francesco Santapaola, Enzo, Alfio, Vincenzo ed Agatino Mangion, e a Salvatore Copia, arriva come una bomba a Catania proprio a tre giorni dal clou della festa, la terza nel mondo per importanza religiosa e partecipazione di popolo, con un cerimoniale antico quanto prestigioso che culmina nel solenne Pontificale, quest'anno concelebrato dal cardinale Angelo Sodano.

Anche perché, tra gli indagati nell'inchiesta, oltre ai boss accusati di associazione mafiosa, figura anche Pietro Diolosà, 54 anni, presidente fino a tre anni fa del circolo cittadino Sant'Agata, l'associazione di "devoti" che ha un ruolo importantissimo nella realizzazione della festa. Anche grazie all'intervento di Diolosà, per il quale i magistrati ipotizzano il reato di concorso in associazione mafiosa, la mafia catanese sarebbe riuscita ad influire sulla tempistica della processione che, tra il 4 e il 5 febbraio richiama a Catania quasi un milione di persone, "controllando" l'orario stesso del rientro del fercolo in Cattedrale.

Particolare non da poco se si pensa che, con l'allungarsi a dismisura dei tempi della festa crescono proporzionalmente anche i ricavi. C'è poi una parte consistente dell'indagine che riguarda le scommesse per i fuochi d'artificio, i compensi e i benefit per i portatori delle candelore ( pesantissimi ceri di legno portati a spalla da sei o otto uomini) e persino flussi di denaro provenienti da un giro di scommesse clandestine collegate ai festeggiamenti.

Voci di popolo, queste, che si rincorrevano da anni e che ora sono materiale di indagine che riguarda una festa sempre più, negli ultimi anni, caratterizzata da polemiche e feroci divisioni. Come l'anno scorso, quando, a due giorni dalla morte dell'ispettore Filippo Raciti, la processione si tenne regolarmente, pur senza fuochi d'artificio e luminarie. O come, due anni prima, quando durante la corsa finale del fercolo morì un devoto travolto dalla folla.
Post date: 2008-02-01 12:13:55
Post date GMT: 2008-02-01 11:13:55

Post modified date: 2008-11-22 12:06:32
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