I furbetti del gettone di presenza

Abbiamo recentemente scritto sull’inerzia del Comune di Catania e quasi contemporaneamente leggiamo e veniamo così a conoscenza dagli articoli su La Sicilia di Vittorio Fiorenza degli undici avvisi di garanzia che riguardano il Comune di Biancavilla per le riunioni “bluff” delle commissioni consiliari. Pare che il danno accertato sia di circa 200.000 Euro ed i politici che hanno ricevuto gli avvisi di garanzia riguardano schieramenti di destra e di sinistra.
Ma ci sorge un dubbio: avendo sottolineato l’inerzia riguardante le sedute consiliari abbiamo ipotizzato che probabilmnte i nostri consiglieri possono essere (anche loro) molto occupati nel lavoro delle Commissioni.
Ci piacerebbe conoscere il pogramma delle sedute, la cadenza delle riunioni e perchè no, anche i tempi delle sedute, con le relative presenze.
Sarebbe anche questo un fatto di trasparenza e di controllo legittimo da parte del cittadino. Anche perchè abbiamo appreso delle nuove modalità che riguardano il compenso dei consiglieri e non vorremmo pensare che per arrivare al badget mensile recentemente (pare) diminuito, si incrementassero le riunioni delle Commissioni.
Diceva qualcuno che a pensar male (forse) si fa peccato, ma a volte ci si azzecca. Con i tempi che corrono qualche controllo in più non dispiacerebbe.

CittàInsieme

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La crisi economica non lascia scampo, il prezzo del grano aumenta pure e come se non bastasse anche l’ARS si è messa in testa di risanare i conti, decisa a tagliare i costi degli enti locali ma non della Regione. Sintomatico allora che una delle categorie più diseredate dalle ultime leggi finanziarie regionali e non, il politico locale, stenti ad arrivare alla quarta settimana del mese. Tra le forme di arrotondamento che vanno per la maggiore nella collezione autunno-inverno 2009 segnaliamo la raccolta di gettoni, non solo quelli dei vecchi telefoni pubblici. E’ quanto sembra essere accaduto negli ultimi cinque anni al consiglio comunale di Biancavilla dove la recessione ha spinto i consiglieri, e in modo particolare gli undici destinatari di altrettanti avvisi di garanzia per abuso d’ufficio, ai quali vanno i nostri migliori auguri, ad aumentare drasticamente la frequenza delle sedute.

Dove però la scure della disoccupazione è calata con tutta la sua crudeltà è stato proprio nel capoluogo etneo. Dopo un parto travagliato, il nuovo consiglio comunale stenta ancora a muovere i primi passi e a fronte della martellante attività dei colleghi biancavillesi, che non si sono risparmiati nemmeno per discutere su come doveva essere esposto il Tricolore nella casa comunale, nella città del vulcano si va avanti al minimo regolamentare di una, due se va bene, sedute mensili. Siamo troppo ingenui per pensare che questo lassismo possa essere la conseguenza del diritto d’opzione che i consiglieri si erano concessi tra un fisso di circa 2.500€ e il rischio di una pericolosa indennità variabile ancorata al classico gettone (che sarebbe ancora possibile se nel dicembre scorso non fosse intervenuta l’ARS a imporre solo il secondo). Carenza di idee? Accidia? Rassegnazione dinanzi agli smisurati problemi? Non è dato sapere. Sappiamo però che fino a ora soltanto questioni marginali hanno stuzzicato l’attività consiliare (come un’intera seduta sul trattamento dei dati personali dei consiglieri, in una delle sessioni di gennaio) e che questo oltre che incuriosire gli scriventi ha fatto tuonare due consiglieri d’opposizione, D’Agata (Pd) e Musumeci (La Destra-AS), preoccupati anche per i costi di ciascuna sessione che non paiono giustificare gli ordini del giorno. Sull’entità degli sforzi economici delle sedute preferiamo glissare sull’accaduto, perché anche un euro dei contribuenti speso inutilmente è uno spreco del quale gli amministratori sono tenuti a rispondere, politicamente e non, per soffermarci piuttosto sulla scarsa fantasia del consigliere catanese, che a dispetto del collega di Biancavilla, non avrebbe bisogno di ricorrere a sedute fantasma per arrotondare. Basterebbe infatti dedicare un po’ del proprio tempo per un giro in città, magari a bordo di uno di quegli scassatissimi AMT, per rendersi conto della pesante eredità scapagniniana che pesa tutt’oggi sulle coscienze dei (ri)elettori e sulle tasche di tutti gli altri.

Per quanti si trovassero troppo impegnati a pensare diversamente ci permettiamo, senza nessuna pretesa, di suggerire alcuni argomenti di sicuro interesse. Buchi: presenti non solo nel bilancio ma anche nel manto stradale, caratterizzano da mesi una viabilità impazzita con troppi pochi vigili e troppi agenti Sostare. Prostituzione: per revocare la licenza per l’occupazione della zona porto che il racket si è concesso. Criminalità: ora che gli ex occupanti di Palazzo degli Elefanti son passati a miglior seggio resta da contrastare il problema di quanti, non eletti, sono a piede libero per le strade. Municipalità: in attesa di capire il senso della loro istituzione si potrebbero destituire. Compiti non proprio alla portata, è vero, ma l’agenda degli impegni annovera anche semplici lavori da scrivania per la stesura di quei regolamenti attuativi che rendano effettivo il diritto, statutariamente previsto, del referendum cittadino.
Buon lavoro.

CittàInsiemeGiovani

Catania, 14 febbraio 2009