Elezioni, Movimenti e Partiti

La democrazia non si costruisce a tavolino, ma in mezzo alla gente, nelle strade, sulle piazze, in tutte quelle occasioni nelle quali la politica deve soluzione trovare ai problemi di tutti con l’apporto di tutti.
Per questi motivi non ci piace il metodo con il quale i partiti, tutti i partiti, di destra, di centro di sinistra affrontano la designazione delle candidature nelle elezioni.
Lontani dalla gente, senza alcun radicamento nel territorio, le segreterie, romane, palermitane e catanesi, decidono sulla testa delle persone, utilizzando i cittadini come zavorra politica, quantità indiscriminata, per ottenere consensi o addirittura per giocare, sui tavoli delle trattative, partite ben diverse da quelle presentate alla pubblica opinione.
Facce rispettabili vengono sovrapposti a vecchi volti della politica ed a personaggi inquisiti e, a volte, anche condannati, per realizzare un mercato delle vacche, una spartizione delle poltrone, attraverso accordi più o meno trasversali che non riescono a convincere chi ancora si ostina a pensare e non soffre di amnesia.
Le lotte che abbiamo fatto per la moralizzazione e la trasparenza della politica continuano ad essere la nostra forza; perciò non intendiamo adeguarci supinamente a ciò che ci viene proposto.
Oggi purtroppo c’è il pericolo di un astensionismo critico molto più ampio del vecchio astensionismo che si colorava solo di indifferenza. Oggi è tentato di non andare a votare non chi si disinteressa della politica, ma chi, pur volendo partecipare è costretto ad astenersi per le scelte molto discutibili sia sui programmi che sulle persone fatte dai vertici dei partiti.
Né a tutto questo si mette rimedio attraverso “convention” fatte a poca distanza dalle elezioni, quando già tutto è stato deciso.
E’ necessario essere presenti prima, molto tempo prima.
Tali metodi possono andar bene all’elettorato che è supino alla “Voce del Padrone”, non certamente a chi mantiene ancora (anacronisticamente?) un’ideale della politica che i partiti hanno perso di vista.
Non possiamo più continuare a votare turandoci il naso. a furia di turarcelo, corriamo il rischio di perdere il senso dell’olfatto.
Al momento del voto, ognuno di noi seguirà la sua coscienza, ma, insieme, come movimenti di società civile, non siamo disposti a tacere di fronte a tali metodi che uccidono la democrazia.
Cittainsieme, Cittalibera, Girotondi, Siciliani per la legalità, Articolo 21
Catania, 15 marzo 2003