C’è chi non ha pace

C’è chi non ha pace
di Mia D’Arrigo – 24 Dicembre 2006

Piergiorgio Welby

Piergiorgio Welby

Piergiorgio Welby muore nella sera del 20 dicembre. Il suo desiderio di morire gli ha negato un degno funerale.
Ha dovuto lottare fino alla fine per andare incontro al volere del Signore, che lo avrebbe preso con sé molto tempo prima; ed invece è la stessa Chiesa che gli nega di essere ricordato e salutato come tutti i Cristiani di questa terra. Persino assassini e stupratori hanno il loro bel funerale cattolico; anche personaggi come Luciano Liggio* e altri esponenti della Mafia hanno trovato conforto per le loro miserevoli azioni in una religiosa cerimonia di addio. Piergiorgio no.

Lui ha lottato troppo per la sua causa; la sua voce si è fatta sentire così tanto da spaventare il Clero che, per tutta risposta, ha mostrato al pubblico il suo lato più meschino e vendicativo: “il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325 vieta che un uomo possa ripetutamente affermare la propria volontà di porre fine alla propria vita, per cui non è possibile concedere le esequie religiose al Dott. Piergiorgio Welby” – questo è il senso del comunicato ufficiale del Vicariato di Roma.
La verità è che la Chiesa si è sempre rifiutata di riconoscere la necessità di interrompere la terapia ad un uomo ormai in fin di vita che non desiderava altro che morire senza dolore.

La dignità di quest’uomo è stata però premiata da tutte le persone che lo hanno ricordato nella cerimonia laica che si è tenuta stamattina, fuori dalla Chiesa, in Piazza San Giovanni Bosco a Roma.
Don Vitaliano della Sala scrive in un’email a RadioRadicale.it:
“Possa ora Piergiorgio trovare finalmente quella pace e quella serenità che nella vita terrena ha tanto desiderato…
Ciao Piergiorgio!”


* nella Chiesa di S. Rosalia a Palermo


Aggiornamento del 22 agosto 2015:
La Chiesa che negò i funerali a Welby è la medesima che ha celebrato quelli del boss Casamonica