Catania avrà mai un nuovo Piano Regolatore?

Leggiamo con interesse che nella sua relazione annuale il Sindaco di Catania rinnova la promessa di portare in Consiglio Comunale la proposta del nuovo Piano Regolatore della città, ma temiamo che molti catanesi siano stanchi e non prendano più sul serio delle promesse che, regolarmente, ogni nuovo Sindaco non manca di ripetere. Pensano che lo faccia soltanto perchè si tratta di un obbligo di legge, teoricamente ineludibile, ma di fatto eluso da decenni. Pensano che a Catania le promesse rendano di più delle realizzazioni, che finiscono per lasciare quasi sempre un numero di scontenti superiore a quello degli accontentati. Ma forse pensano anche che Catania è una città insofferente a tutte le regole, che ritiene di poter funzionare meglio facendone a meno, come succede agli incroci, dove si circola meglio con i semafori spenti, semplicemente applicando la legge del più forte.

Lo stesso avviene da anni con il Piano Regolatore di Piccinato, “spento” per la decadenza dei suoi vincoli e l’inadeguatezza delle sue norme, che lasciano spazi ed occasioni fruttuose ai più forti ed intraprendenti. Leggi regionali ad hoc e pareri legali mirati sono venuti in loro aiuto al momento opportuno, aprendo il varco a diverse possibilità: programmi costruttivi per edilizia convenzionata in deroga alle norme del PRG, parcheggi interrati, campi sportivi con strutture prefabbricate, e, perché no, per i più forti anche centri commerciali e porti turistici in variante al PRG.

Pensano che l’esaurimento delle aree edificabili del Piano di Piccinato non è poi un problema così importante, perché i più intraprendenti hanno potuto avvalersi della facoltà di demolire e ricostruire vecchi fabbricati, anche fatiscenti, addirittura ruderi crollati da anni, senza rispettare i condizionanti limiti di altezze e distanze, grazie all’estensione del concetto di ristrutturazione edilizia che consente di demolire e ricostruire mantenendo volume e sagoma. Oppure hanno potuto costruire “verande” e strutture “precarie” di ogni tipo, realizzando anche nuove unità immobiliari o vere e proprie sopraelevazioni, grazie ad un apposita legge regionale del 2003. E per il prossimo futuro attendono con impazienza le occasioni che darà il prossimo probabile “piano-casa”.

In assenza di regole uguali per tutti vale sempre la legge del più forte, come ai semafori spenti, e tutto può diventare possibile: basta mettere sul piatto una promessa di posti di lavoro.

Noi vogliamo credere alle promesse del Sindaco e ci auguriamo che tutti questi siano solo cattivi pensieri e che la nostra città possa avere le carte in regola per fare ancora parte dell’Europa, dove la pianificazione e le regole stanno alla base del progresso e della democrazia.

Non a caso si dice che il piano regolatore sia il biglietto da visita di una città.

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